Sabato
6 agosto i Cherry Five si sono esibiti a Trieste
nell’ambito della XIII edizione del Summer Rock Festival. Si è trattata della terza
apparizione dal vivo per la band romana, dopo il concerto di Genova del 18 maggio
2015, che ho già recensito e e la ‘lezione’ del 13
marzo scorso nell’aula magna dell’Istituto Matteucci di Roma.
Aiutati
da una location suggestiva (piazza Verdi che si apre sulla bellissima Piazza
Unità d’Italia suggestivamente illuminata e battuta dal vento) e da un pubblico eterogeneo, il
quintetto mi è apparso in gran forma con apprezzabili miglioramenti rispetto al già
buono show genovese.
La band ha riproposto nella sua interezza l’album Il pozzo dei giganti, compresa la coda con
la ripresa strumentale del brano omonimo e quindi due perle dal LP omonimo del 1974-76, Country grave yard e My little cloud-land. Come bis ha
rieseguito Il tempo del destino in
una versione arricchita da una introduzione al basso di Sallusti e con una coda
solistica dirompente di Piccinini.
Ho
già parlato assai bene dell’album Il pozzo dei giganti e non posso che
riconfermare come si sprigioni una alchimia tra questi musicisti dalle esperienze
pregresse assai diverse che, sulla carta, li farebbe sembrare tra loro completamente
incompatibili.
Antonio
Tartarini sta acquisendo sicurezza e la sua interpretazione nei brani più
melodici (Il tempo del destino, Un mondo tra noi due) è davvero intensa
ed appassionante,
Carlo
Bordini sa picchiare duro come un ragazzino ma ha una padronanza tecnica che
gli permette di eseguire le parti più complesse con disarmante naturalezza (ed
introduce il concerto declamando a memoria una trentina di terzine da l’Inferno!),
Gianluca
De Rossi può permettersi di suonare letteralmente con una mano sola i brani
storici dal primo album da lui ‘consumato’ in ripetuti ascolti (è un fan
storico dei Goblin),
Pino
Sallusti tesse fitte ed eleganti trame ritmico melodiche, esibendosi anche in
un paio di assoli,
Ludovico
Piccinini dà la carica con la sua sei corde, scatenando applausi a scena
aperta.
Con
riguardo ai brani dello storico album Cherry
Five, Country grave yard è stata
eseguita in modo impeccabile mentre qualche incertezza c’è stata all’inizio di My little cloud-land, evidentemente
provata di meno, cose che si sistemerebbero da sole se solo la band avesse più
possibilità di tenere concerti ma questo, purtroppo, è un problema che non
affligge solo i Cherry Five…
Set-list:
Il
pozzo dei giganti
Manfredi
La forza del guerriero
Il tempo del destino
Terra rossa
Un mondo tra noi due
Dentro
la cerchia antica
Country
grave yard
My
little cloud-land
Very cool page!
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