Prima parte di un doppio post in
cui recensisco due album dei tastieristi dei Goblin Maurizio Guarini e Claudio
Simonetti. Incominciamo con Creatures from a drawer pubblicato
per la BackToTheFudda
il 31 gennaio 2013.
La copertina digipack illustra
bene il titolo del lavoro con una serie di creature che fuoriescono da una
cassettiera, composizioni dimenticate dal musicista che reclamano di venire
alla luce. All’interno un libretto riporta foto, disegni, credit e note di
presentazione per ogni brano.
L’album si apre su gli effetti di
Dialogue,
un tentativo di comunicazione tra due entità aliene, ognuna delle quali intona
un proprio tema che solo alla fine diventa all’unisono, il tutto su atmosfere
abbastanza morbide, grazie alle innumerevoli tastiere campionate con voci e ad
un assolo al sinth che richiama lo score di Notturno.
Prima impennata con Gentle robbery, un titolo che farebbe pensare ad
un furto ai danni dei Gentle Giant ma che invece è perpetuato ai Goblin.
Guarini scompone genialmente Profondo
rosso e lo rimonta in una nuova forma autonoma, spostando parti, invertendo
note o variandole di poco, il tutto con l’ausilio dei tempi jazzati di Marcello
Ciurleo alla batteria, di Bryant Didier al basso (ed alla voce in un breve
passaggio recitato) e di Matt Cambell alla chitarra che si produce in un bel
assolo, doppiato nel finale dallo stesso Guarini che si destreggia tra
atmosferiche note di moog ed un assolo finale con sonorità ed impostazione
chitarristica. Più debole Solar channel che si potrebbe legare a ‘Dialogue’
per commentare la successiva partenza verso un pianeta alieno: dopo effetti
computeristici vintage, prende un incidere epico, contrappuntato dal
pianoforte. Aniens
comma 21 ispirata al fiume Aniene che a Roma confluisce nel Tevere
ed alle fantasiose creature che lo potrebbero abitare, si muove su complessi
tempi dispari (da cui il 21 del titolo) che trovano nel batterista Great Bob
Scott un interprete perfetto, con Guarini emulo di Zawinul che azzecca un
ottimo assolo jazz al pianoforte. So dark registrata dal vivo durante un concerto
con gli Orco Muto, evoca atmosfere sospese non così oscure come il titolo
suggerisce e fa da preludio all’eccellente Black dog, il brano più prog del disco che rievoca
gli anni ’70 dei Genesis e che mette in luce i virtuosismi della sezione Scott -
Gartner. Cinzia Cavalieri recita un suo testo con voce inquietante e Matt
Cambell dà un altro saggio della sua sei corde. In Beside the Cathedral la melodica dà
un tono dolce che richiama ancora le atmosfere di Notturno e dei Weather Report ma poi il pezzo diventa più oscuro e
ritmato. Si sale di tono con Looking around suonato dal solo Guarini ed ancora
su tempi dispari jazzati alla Pat Metheny con tanto di assolo. Nella seconda
parte il pezzo diventa più veloce prendendo sonorità orientali ma va un
po’ troppo per le lunghe. Magic tunnel è una composizione new age, un
soundscape con belle sonorità, arpeggi acustici (ma non lo sono), rumori quasi
naturalistici. Chiude bene l’album Lost my camera con una ritmica funk del grande Bob
Scott, un bel basso acustico di Brandi Disterheft, vocalizzi della Cavalieri,
due assoli di Guarini, il primo jazzato, il secondo più prog dai toni
goblineschi. Complimenti Maurizio!
L’album è acquistabile a questo indirizzo:
Ciao Fabio! Scopro la recensione di Creatures from a Drawer solo adesso grazie ad una segnalazione del buon Roberto Attanasio! Grazie per i tuoi commenti1 E' stato davvero un piacere conoscerti a Sanremo. Apprezzo tanto il tuo lavoro molto professionale. Bravo! Un abbraccio dal Canada! Cinzia Cavalieri
RispondiEliminaCiao Cinzia ma che bella sorpresa!!!
RispondiEliminaGrazie di cuore per le belle parole, davvero gentilissima, sono emozionato e colpito.
Sono felice di sapere che tra le tante 'creature' che avete nella vostra casa in Canada c'è anche il mio libro.
Un abbraccio e spero a presto!
Fabio Capuzzo