Sono tornati gli
Alphataurus, autori nel 1973 di un album omonimo tra i migliori di tutto il
panorama prog italiano (per originalità di stile, competenza tecnica e capacità
di coniugare asprezza e liricità) ma scomparsi dalle scene quasi subito. Un
lavoro che ogni fan dei Goblin dovrebbe conoscere perché brani come ‘Peccato
d’orgoglio’, ‘Croma’ o l’intro di ‘La mente vola’ sono assolutamente ‘affini’
al sound dei folletti nell’epoca ‘Cherry Five’ con in evidenza le tastiere espressionistiche
di Pietro Pellegrini ed un mellotron che lascia senza fiato.
In questi giorni è stato
pubblicato il secondo album in studio degli Alphataurus che rielabora alcune
composizioni lasciate nel cassetto dal 1973 ed apparse diversi anni fa nel CD ‘Dietro
l’uragano’ (ma si trattava solo di prove in studio e senza parti cantate). Gli
Alphataurus hanno ripreso a suonare anche dal vivo e dopo la data del 2010 al Progvention
documentata nel CD / LP 'Live in Bloom' ed un pugno di altri concerti, ho avuto
la fortuna di vederli sabato sera al Giardino, un club dalle
dimensioni lilipuzziane ma con un’ottima stagione di concerti.
Gli Alphataurus hanno
deliziato il pubblico con ampi estratti dal loro nuovo album
Attosecond0 (Progressiva-mente, Valigie di terra, Gocce, Claudette) e con alcuni classici.
Unici sopravvissuti dalla
formazione originale il tastierista Pietro Pellegrini ed il chitarrista Guido
Wassermann, coadiuvati da Fabio Rigamonti al basso, dal vocalist Claudio
Falcone, dal tastierista Andrea Guizzetti ed alla batteria dal nuovo acquisto
Alessandro Rossi, che sembra il fratello minore (e più tonico) di Francesco di
Giacomo.
Ospite della serata Mietek
Glinkowski il cui violino elettrico ha impreziosito ‘La mente vola’ e l’ottimo
blues ‘Dopo l’uragano’ che nel 1973 sarebbe dovuto uscire come singolo.
Unica pecca della serata la
mancata esecuzione di ‘Peccato d’orgoglio’ che gli Alphataurus non hanno potuto
suonare perché già con ‘Croma’ avevano sforato la fatidica mezzanotte (ed il
club, situato nello scantinato-garage di una palazzina, non penso sia ben visto
dai proprietari degli appartamenti….!).
Sperando che gli
Alphataurus non rispettino la media di 39 anni tra un album in studio ed il
successivo (come ironicamente sottolineato dal cantante: “avvertite i nipoti”!)
vi invito all’ascolto del primo brano, ‘Peccato d’orgoglio’, dall’album del
1973, in particolare la sezione che inizia al minuto 4’10”, vi ricorda
qualcosa?
Nessun commento:
Posta un commento