Era
l’inverno del 1978 quando il regista (e mio concittadino) Antonio Bido iniziò le
riprese del suo nuovo film, provvisoriamente intitolato ‘…E dietro l’angolo il
terrore’. Bido, reduce dal successo de ‘Il gatto agli occhi di giada’ era stato
sollecitato dalla PAC a girare un altro giallo che il regista decise di
ambientare ancora in Veneto, non più a Padova, ma a Burano e Venezia.
Concluse
le riprese, Bido pensò di rivolgersi direttamente ai Goblin e non a degli emuli,
come era accaduto nel caso del ‘Gatto dagli occhi di giada’, affidato alle cure
musicali degli ottimi Trans Europa Express c.l.
Gli
avvenimenti successivi sono stati raccontati dal regista in diverse occasioni. Ecco
la ricostruzione dei fatti così come narrata da Bido nello special
contenuto nel DVD USA della pellicola:
“La
colonna sonora ha avuto una storia un po’ particolare. Io volevo i Goblin,
chiaramente perché comunque in quel momento erano i più famosi compositori per
il cinema thriller e giallo italiano. Li incontrai, gli feci vedere il film che
a loro piacque molto e quindi erano contentissimi di fare questo film. Quindi
siamo rimasti intesi che di li a poco ci saremo rivisti per incidere. Un giorno
incontro Simonetti e mi dice ‘Antonio ma che è successo? Non ci fanno più fare
il film’. ‘Come non vi fanno più fare il film’ io dico, ‘no’, dice lui, ‘la
P.A.C. non vuole più’. Allora mi sono informato ed è venuto fuori che la
Cinevox aveva chiesto alla P.A.C. una barca di soldi, perché, approfittando che
in quel momento i Goblin erano sulla cresta dell’onda con i film di Dario
Argento, hanno detto ‘va bene, volete i Goblin? Li pagate’. Invece in Italia,
allora e credo anche adesso, i musicisti per i film non si pagano ma loro
rientrano con i diritti sugli incassi del film. Quindi per la produzione era
impensabile pagare i musicisti e pertanto non se ne fece niente. Dovevo però
farmi venire un’idea per non far fare le musiche a Cipriani, per sfruttarne il
nome. Probabilmente questa idea l’ho avuta parlandone con Simonetti, adesso non
ricordo, fatto sta che ho detto ‘chiamo Cipriani e chiamiamo i Goblin come
turnisti’, cioè come quelli che eseguono le musiche e che vengono pagati a
turno nelle sale di registrazione. Per cui i Goblin non erano più presenti
sotto il nome Goblin, quindi il loro editore non poteva dire niente, perché
loro avevano la libertà di andare a fare qualsiasi concerto e suonare come
volevano. In pratica Cipriani ha scritto le musiche (e su questo nulla toglie)
ma non dimentichiamo che anche in ‘Profondo rosso’ le musiche le scrisse
Gaslini e però vennero eseguite dai Goblin. Pure nel mio film, in realtà c’è
stata la composizione di Cipriani ma i Goblin hanno fatto gli arrangiamenti a
modo loro e così è venuta fuori la musica di ‘Solamente nero’. Devo dire che
nei titoli, per forza di cose, risulta solo Cipriani, però in realtà ai Goblin
devo dare un merito del 50% almeno”.
La
PAC, che dopo aver tentato di intitolare la pellicola ‘Profondo nero’ alla fine
optò per ‘Solamente nero’, pensò di ricorrere al Futursound, versione autarchica
del Sensurround che aveva fatto la fortuna di ‘Terremoto’ (Earthquake, 1974), un
sistema audio che prevedeva l’installazione nel cinema di casse supplementari che,
in determinate sequenze, entravano in funzione amplificando enormemente il
suono, soprattutto i bassi che diventavano così ‘tellurici’, spaventando e
coinvolgendo maggiormente lo spettatore. Gli effetti sonori vennero curati da
Luciano Anzelotti ed il film fu proiettato a Milano, in anteprima italiana, il
29 luglio 1978 con risultati economici assai deludenti, logica conseguenza di
una programmazione dissennata.
Nonostante
quindi qualche recensione abbastanza positiva (“Solamente nero non è privo di
scaltrezze da parte di Antonio Bido che tenta in ogni modo di puntellare le
debolezze della sceneggiatura… del tutto riprovevoli i frastuoni baracconeschi
del Futursound che balzano a tratti dalla colonna sonora con la pretesa di
procurare brividi supplementari” si legge sul Corriere della Sera), ‘Solamente nero’ (che all’estero circolò
come The bloodstained shadow; Sombra sangrienta; Blutiger schatten; Ombres
sanguinaires; Terreur sur la lagune) sparì dalle sale cinematografiche italiane in
brevissimo tempo, per approdare, negli anni ’80, nei palinsesti delle
televisioni private e poi nel mercato delle videocassette (peraltro in edizioni
con tirature limitate e quindi assai costose).
Chiaramente
le cose non andarono certo meglio per la colonna sonora che finì nell’oblio,
dalla quale la tolse nel 1995 Peter Blumenstock, proprietario della label tedesca
Lucertola Media che editò lo score in un CD stampato in appena 500 copie ed
arricchito da un libretto con una nota introduttiva di Craig Ledbetter,
un’intervista ad Antonio Bido (in cui il regista afferma che i Goblin avevano
anche composto qualche provino non gradito alla PAC) ed alcune riproduzioni
delle fotobuste pubblicitarie. Il CD presentava 35 brani (e cioè l’intera
colonna sonora originale della pellicola ad eccezione del frammento che
commenta l’improvvisa ‘visione’ che ha Stefano in casa di Sandra) per una durata
complessiva di 41’26”.
Nel
2011 l’italiana Digitmovies ristampò ‘Solamente nero’ con una veste grafica aggiornata
(e nuove note di copertina di Antonio Bido) ed identici contenuti musicali
anche se rimasterizzati. Anche questo CD, presumibilmente stampato in 1000
copie, andò esaurito in breve tempo.
Recentissimamente
lo score è stato pubblicato per la prima volta in vinile dalla Death Waltz con
il titolo 'Bloodstained Shadow', un nuovo artwork e le 35 tracce riassemblate in
pezzi più lunghi per un totale di 20 brani, una scelta non proprio felice.
L’album
è stato stampato in tre versioni che si distinguono esclusivamente per il
colore del vinile: nero (standard), nero, blu e rosso (limitata a 900 copie);
nero con strisce blu e rossa (limitata a 100 copie).
Concludo
con qualche riflessione ed una nota personale.
A
seguito della pubblicazione di questi album, ‘Solamente nero’ è ormai entrato
nella discografia dei Goblin. Voglio sottolineare però che in realtà la band,
più o meno al completo, ha suonato come turnista in decine di colonne sonore,
rimaste completamente ‘anonime’ (per lo meno sino a che il sottoscritto non le
ha elencate in ‘Goblin sette note in rosso’ prendendosi dei bei rischi!!),
destino che sarebbe toccato pure a ‘Solamente nero’ senza le dichiarazioni di
Bido.
Le
musiche di ‘Solamente nero’ rispecchiano gli stili, per molti versi antitetici, di
Cipriani e dei Goblin, una ambivalenza che però finisce con il rispecchiare
bene i temi della pellicola, in cui tutti i personaggi nascondono qualcosa ed in
cui ci sono persino due assassini con moventi opposti. La qualità sonora della
registrazione è piuttosto povera e monofonica, derivata non dal master di
studio ma da quello utilizzato per la pellicola.
Ed
ecco la nota personale. Per almeno un anno ‘Solamente nero’ è stato una mia ‘ossessione’
(come il titolo di uno dei brani principali). Infatti mi accorsi
della pubblicazione del CD Lucertola Media solamente nel 1997 e benché fossero
passati solo due anni dalla sua uscita, mi risultò difficilissimo trovarne una
copia. Stiamo parlando di altri tempi, Internet era un mondo ancora piccolo e
poco frequentato ed i negozi ‘on line’ un pugno. Provai a chiedere dappertutto
ma niente da fare, esaurito! Quando in modo rocambolesco riuscii ad entrare in
contatto con un negozio olandese specializzato in VHS che ne aveva più copie, otto
per la precisione, in un gesto di pura follia collezionistica decisi così di
comprargliele tutte! E le ho ancora!! Nonostante le successive edizioni, la
versione Lucertola Media conserva un certo valore collezionistico (attorno ai
100 euro), di poco inferiore è la quotazione del CD Digitmovies mentre è senz'altro
destinata a diventare un pezzo da novanta la versione 'dual stripe' della Death
Waltz: l’etichetta ha messo in vendita on-line solo 50 copie andate esaurite
nel giro di una trentina di secondi. Ma questa volta mi sono bastati…!
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