giovedì 21 febbraio 2013

Il diavolo… probabilmente. Viaggio nell’iconografia gobliniana.


Post particolare che affronta un tema trascurato anche se costantemente sotto gli occhi di tutti i fan dei Goblin, vale a dire l’origine e l’evoluzione del simbolo del gruppo, il diavolo che suona il violino e che campeggia in molte produzioni. Ho già affrontato in modo abbastanza esaustivo questo argomento in ‘Goblin sette note in rosso’ ma ritengo possa essere interessante riproporlo anche in questa sede, potendo avvalermi anche delle immagini tratte dal ‘corredo’, sino ad oggi rimasto inutilizzato, predisposto per il libro.
Chi ha letto il mio volume sa già che il diavolo gobliniano non è la creazione originale di un grafico o meglio lo è il disegno in se stesso che però ricalca in modo evidente una famosa tavola di Luis Leopold Boilly, datata 1824 ed intitolata ‘Le songe de Tartini’.


La tavola illustra un episodio, diventato leggendario, accaduto al celebre violinista padovano Giuseppe Tartini nel 1713 e riportato dal memorialista francese Jean Jacques de Lelande nel suo libro ‘Voyage d'un francoise en Italie, fair dans le annees 1765 et 1766’.
Tartini raccontò: “sognai di aver fatto un patto col diavolo e che quindi egli era al mio servizio, pronto ad esaudire ogni mio desiderio. Gli porsi così il mio violino perché ero curioso di sapere se era in grado di trarne dei suoni gradevoli. Puoi immaginare la mia sorpresa quando udii una sonata assolutamente inusuale e splendida, eseguita con così tanta maestria ed intelligenza da assurgere ad un livello che prima di allora avevo ritenuto irraggiungibile. Ne fui talmente sopraffatto che mi svegliai di sussulto. Immediatamente afferrai il mio violino e cercai, invano, di riprodurre la musica che avevo appena ascoltato nel sogno. La sonata che ho composto in seguito è senza dubbio il mio pezzo migliore e, nonostante l’abbia chiamata "Il trillo del diavolo", è ben poca cosa rispetto a quella che mi impressionò a tal punto che, se avessi avuto altri mezzi di sostentamento, avrei distrutto il mio violino e smesso di suonare per sempre” (traduzione Fabio Capuzzo).


La tavola realizzata da Boilly aiutò a diffondere ulteriormente questo episodio anche perché dall’originale vennero ricavate numerose litografie ed altri disegnatori ripresero il soggetto in modo più o meno calligrafico.
Venendo ad un ambito più strettamente musicale, già alcune incisioni discografiche del repertorio di Tartini utilizzano per la copertina il disegno di Boilly.


In campo rock invece i primi a rifarsi a quella celebre raffigurazione sono i Coven, un gruppo rock americano, costituitisi ala fine degli anni ’60 ed autori nel 1969 dell’album ‘Witchcraft destroys minds & reaps souls’, diventato famoso per la copertina a libro che riporta, oltre ad una marea di simboli satanici, anche una foto della cantante Jinx Dawson distesa nuda su un altare attorniata dagli altri musicisti della congrega che si prodigano nel simbolo delle corna (poi adottato dai metallari) e che contiene brani dai titoli evocativi come ‘Black sabbath’ (ben prima di Ozzy e soci) e ‘Satanic mass (una cerimonia d’iniziazione della durata di oltre 13 minuti con il rituale minuziosamente riportato nella cover).


Nel 1974 i Coven per il loro terzo album, intitolato ‘Blood on the snow’ riprendono il disegno di Boilly, aggiungendo uno specchio in cui compaiono i volti dei musicisti.


‘Blood on the snow’ nonostante le apparenze (i titoli dei brani ed i testi) è un album abbastanza melodico, per niente dark con persino qualche apertura orchestrale e viene pubblicato negli USA e nel Regno Unito. L’edizione inglese, assai più rara, è stata stampata anche in vinile rosso scuro, molto insolito (a prima vista pare nero ma se lo si mette controluce è di un vinaccia traslucido) ma è una informazione di cui non ho trovato traccia sul web, per cui o possiedo una copia particolare o sono il solo che se ne è accorto!!


Ma veniamo ai Goblin. La band romana utilizza il ‘diavolo che suona il violino’ sin dal 1975 ed infatti in diverse foto d’epoca alcuni componenti indossano magliette con il disegno e Martino se la porta persino negli USA in occasione del tour americano dei Libra. La Cinevox inoltre realizza anche un poster (e degli adesivi) per pubblicizzare il successo di Profondo rosso.


Così quando nel giugno del 1976 viene (finalmente) pubblicato l’album Roller, l’etichetta pensa bene di ricorrere a questo simbolo che compare sia sul fronte che sul retro del LP.


Premesso che non è chiaro chi sia il disegnatore autore del simbolo dei Goblin (non credo sia Gian Franco Marignani che ha realizzato la tavola posta all’interno dell’album ed ispirata ai brani del disco), vediamo di esaminare le caratteristiche che lo differenziano rispetto al prototipo del 1894. La posa e le fattezze del diavolo sono grosso modo le stesse ma sparisce la coda e viene eliminato ogni accenno di prospettiva e tridimensionalità. Inoltre la cassa del violino è vistosamente rotta (difetto che di sicuro non aveva lo strumento, pregiatissimo, di Tartini!) e soprattutto arrampicato sul ginocchio del diavolo, in contemplazione del signore del male, c’è una creaturina infernale, un piccolo demone, insomma un GOBLIN!


L’etichetta custom di Roller presenta sul lato a ancora il disegno del diavolo ma questa volta con uno sfondo fiammeggiante e l’immagine viene utilizzata per l’edizione tedesca del 45 giri Profondo rosso.



La Cinevox, decide di tributare il giusto omaggio ad una delle punte di diamante del proprio catalogo, abbellendo con la siluette argentata del diavolo le label di alcune produzioni discografiche dei Goblin, sia a trentatre giri


che a 45 giri

e non manca qualche errore di stampa come nel caso del singolo Suspiria….




Le edizioni canadesi e UK di 'Suspiria' presentano in copertina una (bruttarella assai) rielaborazione del diavolo, a metà strada tra quello ‘Goblin’ e quello 'Boilly'.


La versione giapponese di 'Zombi' ha invece come retro copertina il diavolo ‘in negativo’.


Dopo il ‘Greatest hits’ che utilizza la copertina di 'Roller' ma su uno sfondo nero, bisogna in pratica attendere gli anni duemila per ritrovare il demonio gobliniano ma con importanti evoluzioni grafiche. E’ ancora qello ‘classico’ che compare sulla triste cover di ‘Nonhosonno’ ma quando Morante, Pignatelli, Marangolo e Guarini decidono di ripresentarsi assieme sul mercato discografico nel 2006, le novità sono parecchie. Visti i probabili problemi di copyright sul nome del gruppo, logo e simbolo nonché la situazione tesissima con Simonetti (e non idilliaca anche con la Cinevox), i musicisti, temendo il peggio, optano per un rinnovamento totale. Ecco quindi un nuovo moniker ‘BackToTheGoblin’, una diversa grafia per ‘Goblin’ e pure il diavolo subisce un restyling che è addirittura doppio. Infatti sulla copertina di ‘BackToTheGoblin 2005’, opera della figlia di Pignatelli, il diavolo compare stilizzato al centro dell’immagine generata al computer.


Ma viene realizzato anche un altro progetto grafico più ‘futurista’ con il demonio che diventa quasi una creatura aliena alla Giger (con pari evoluzione del violino), tracciata in oro.


Una selva di ‘nuovi’ diavoli accompagna invece quello ‘classico’ sulla copertina di ‘Goblin hell’, una antologia edita dalla Cinevox nel 2008. Il pregevole lavoro svolto dai grafici Andrea Pintus e Silvia Ramini viene evidenziato dal rendering in 3D riportato sul dischetto.



Lo sfaldamento suicida dei ‘BackToTheGoblin’ porta alla costituzione di due band, da una parte i New Goblin di Simonetti, Morante e Guarini e dall’altra i Goblin Rebirth di Pignatelli e Marangolo.
I New Goblin, stranamente, si appropriano del ‘diavolo alieno’ dorato (forse opera di Guarini?) dei BTTG e successivamente lo collocano in una ambientazione forestale, alla Predator, nelle intenzioni della band, più probabilmente, alla Avatar.


I Goblin Rebirth sembrano invece aver optato per un simbolo completamente nuovo, un baby demonio alato ed artigliato (sul genere del 'Born again' sabbathiano) che non suona più il violino ma un buzuki. Si tratta però ancora di bozze, la verità la scopriremo quando uscirà l’album del gruppo.


Concludo questo lungo excursus con il mio contributo ‘demoniaco’ riportato sul retro copertina di ‘Goblin sette note in rosso’. Il diavolo, questa volta mancino, riacquista la coda, entrambe le gambe, occhi itterici ed un violino integro mentre il goblin lo ascolta penzolando dal logo.





sabato 9 febbraio 2013

Tutti i colori del buio OMEGA.


Sta suscitando gli unanimi entusiasmi degli appassionati l’edizione di ‘Buio omega’ curata dalla AMS. Effettivamente l’album visto ‘dal vivo’ è ancora più bello che in foto, la copertina è particolare anche al tatto, realizzata su cartoncino a cui, sul lato interno, è incollata la busta che ospita il disco e le foto dei manifesti, soluzione originale che rende la cover elegante (ma anche delicata da conservare). 


Sono veramente orgoglioso di aver contribuito alla realizzazione di un così bel prodotto, fornendo oltre al materiale cartellonistico anche le informazioni su questa colonna sonora, prontamente recepite da Matthias. E’ pertanto riportata la corretta line-up dei Goblin ed anche il mese di registrazione che è ottobre 1979 e non novembre 1979, come invece indicato nel CD della Cinevox.


La AMS ha pubblicato ‘Buio omega’ in tre versioni. 


La prima, standard, in vinile nero vergine da 180 gr., è la più consona per gli audiofili e ‘suona’ davvero molto bene. 


La seconda, deluxe, limitata ad un centinaio di copie, è stata stampata in vinile trasparente.  


La terza, ‘strictly limited’ ad appena 18 esemplari, è stata realizzata in vinile rosa trasparente con innervature di colore più carico per un effetto ‘venato’.


Inutile dire che quest’ultima versione è per veri collezionisti, se siete interessati affrettatevi perché la tiratura è limitatissima e diventerà sicuramente un pezzo pregiato (e costoso). Potete acquistarla qui al prezzo di 50 euro.


Se non avete mai visto ‘Buio omega’ e vi chiedete perchè mai sia stato scelto un colore così particolare, ecco a voi una foto chiarificatrice ma per stomaci forti…. !



lunedì 4 febbraio 2013

‘Creatures from a drawer’ il CD di Maurizio Guarini.


Il 31 gennaio 2013 è stato pubblicato il primo album solista di Maurizio Guarini, intitolato ‘Creatures from a drawer’. Una uscita un po’ a sorpresa, anche se gli appassionati dei Goblin ben sapevano che il tastierista stava lavorando a questo progetto da alcuni anni.

‘Creatures from a drawer’ contiene 10 tracce (Dialogue, Gentle robbery, Solar channel, Aniens comma 21, So dark, Black dog, Beside the cathedral, Looking around, Magic tunnel, Lost my camera) per una durata complessiva di circa cinquanta minuti e Guarini, oltre che delle tastiere, si è occupato anche di basso e percussioni, dei missaggi nonché della grafica assieme alla compagna Cinzia Cavalieri, già autrice dei testi di 'Volo' e qui presente anche come cantante in un paio di pezzi. 


All’album hanno contribuito anche altri musicisti, tra cui spiccano il batterista Bob Scott ed il bassista Chris Gartner (già compagni di Guarini negli Orco Muto), il chitarrista Matt Campell e la contrabassista Brandi Disterheft. Il disco, registrato a Toronto, è stato prodotto dallo stesso Guarini ed è acquistabile qui al prezzo di circa 15 euro.


E’ stato attivato un sito internet che riporta, oltre ad informazioni sull’album, samples di una cinquantina di secondi per ogni traccia del CD.


In bocca al lupo Maurizio!!