lunedì 24 settembre 2012

‘Goblin sette note in rosso’ recensito su Selacapo.net!



Con orgoglio e gratitudine riporto la recensione a ‘Goblin sette note in rosso’ che Emanuele Leotta ha pubblicato su Selacapo.net, il sito di giornalismo partecipativo:

“Quando si nominano i Goblin le suggestioni che affollano la mente dell’appassionato rimandano a sonorità incredibili dell’universo prog-rock italiano. Impossibile non ripensare alle opere cult del loro vate Dario Argento, che all’inverso hanno tratto linfa vitale dalle magiche note dei “folletti”. I Goblin non sono stati solo Profondo rosso e si sono fatti portatori di una rivoluzione rock che ha influenzato la scena italiana, consolidando la vena “progressive” dopo i primi sapori all’alba dei Settanta. Ad analizzare chirurgicamente l’universo gobliniano ci ha pensato Fabio Capuzzo con un libro poderoso che è una vera bibbia sulla band. Definirlo solamente un tributo ai Goblin, per quanto ricchissimo, sembra davvero riduttivo. L’opera si può considerare a tutti gli effetti un libro da “reparto cinema”.
La passione confluita nel volume si esplica attraverso la volontà del proprio autore di «scrivere qualcosa che avrei voluto sempre leggere». Capuzzo infatti è un 48enne padovano estraneo al mondo editoriale, al suo primo libro (sperando non sia l’ultimo) e che ha preferito seguire una strada in solitaria, senza il supporto dei diretti interessati (che poi, come possiamo leggere nell’illuminante introduzione, tanto interessati non lo sono mai stati). Il pianeta Goblin appare studiato nei suoi minimi atomi, grazie a un’azzeccata trattazione cronologica che prende avvio dall’apparizione della band nei primi anni Settanta (come le prime collaborazioni con Simonetti padre) fino al 2010, anno di formazione dei New Goblin, con i padri fondatori Claudio Simonetti e Massimo Morante più un altro pezzo storico, il tastierista Maurizio Guarini e i due giovani Titta Tani (batteria) e Bruno Previtali (basso), provenienti dai Daemonia, attuale band di Simonetti (ha cambiato la denominazione in Simonetti Project nel 2012).
Capuzzo, oltre a dedicare interi capitoli a parte alle produzioni filmiche più importanti della band (Profondo rosso, Suspiria, Zombi…), riporta anche centinaia di titoli in corpo al testo (o nella sezione note, in pratica un secondo volume). Si tratta di produzioni, con tanto di sintesi della trama e scheda tecnica, in cui i Goblin hanno certamente eseguito le composizioni di altri autori. Questi ultimi poi, se impegnati nella produzione di colonne sonore di genere (soprattutto gialli, horror e “poliziotteschi”) sono analizzati in schede filmografiche in nota, con un prezioso corollario delle etichette discografiche per ogni singolo lavoro pubblicato.
Impreziosito da una scrittura piacevolissima e scorrevole, ma anche sensata e lontana da ogni santificazione, Sette note in rosso (curioso il titolo di stampo fulciano, dal momento che i Goblin sono legati indissolubilmente al “rivale” Argento), presenta dati storicamente attendibili che spazzano in un sol colpo omissioni discografiche e convinzioni “tuttologiche” della rete internet, che presenta ancora sanguinose lacune e clamorose sviste sull’argomento. Segno di una ricerca archivistica ponderata e faticosa da parte di una “voce del pubblico”. Minimo comun denominatore è proprio il marchio Goblin, al di là delle svariate line-up succedutesi nel corso degli anni (vedi l’esperienza in solitaria di Pignatelli, depositario eterno del nome). Per i completisti risulta poi fondamentale il capitolo 13, denominato “Opera magnifica”, e che prende in esame l’esplosione di pubblicazioni di inediti e varie ristampe delle produzioni della band negli anni Novanta, paradossalmente un periodo morto nell’attività della band.
Non ancora appagato, l’autore riporta a chiusura della già sterminata trattazione ampie schede biografiche dei membri più importanti del gruppo, per analizzarne tutti i lavori extra-gobliniani (nel caso di Simonetti si tratta di una biografia parallela), alcune interviste (svogliate, come sempre succede per quelle via mail) e un ulteriore reparto discografico e filmografico per un totale di 450 pagine da divorare avidamente. Fondamentale per il fan puro, il libro diventa preziosissimo anche per colui che vuole avventurarsi in maniera più generica nel mondo delle colonne sonore e dei compositori italiani, argomento che in Italia ha prodotto un numero troppo esiguo di pubblicazioni.”.

Se è grandioso sapere che il mio libro è stato così tanto apprezzato dai lettori, constatare che c’è anche chi si prende l’onere di recensirlo per puro piacere, senza alcun tornaconto personale (e senza essere parente e/o amico!!) è veramente magnifico.
A questo punto che cosa posso dire? Grazie Emanuele!!

mercoledì 5 settembre 2012

Progressive Rock Fest di Tokyo.



E’ andata bene l’esibizione dei New Goblin (in cartellone come Goblin) al Progressive Rock Fest di Tokyo che si è tenuto nel teatro all’aperto di Hibiya il 25 agosto. Il pubblico è accorso numeroso (la band ha parlato di duemila spettatori e di accoglienza trionfale) ma  non c’è stato il sold out e le ultime file dell’arena sono rimaste vuote. 


Il Festival è stato aperto dai Barclay James Harvest (nella formazione che fa capo a John Lees, perché anche questa band si è scissa in due tronconi) che hanno eseguito: Ball and chain, Child of universe, Hymn for the children, She said, Mocking bird e The poet - After the day. A seguire si sono esibiti i Van Der Graaf Generator con: Interference patterns, Scorched earth, Bunsho, The sleepwalkers e Man-erg.


Sono infine saliti sul palco i New Goblin che hanno proposto: Magic thriller, Mad puppet, Snip snap (!), Dr. Frankenstein, Roller, e suono rock, Non ho sonno - Death farm, L’alba dei morti viventi – Zombi, Suspiria, Tenebre, Phenomena, Profondo rosso, priva quindi di Goblin e Aquaman, vale a dire due tra le composizioni più progressive del repertorio, malauguratamente tagliate per esigenze di Festival e per qualche ritardo accumulato incredibilmente (vista la precisione giapponese) dagli organizzatori. 


Come per l’Italian Progressive Rock Festival, anche in questa occasione sono stati creati poster, flyer, programmi fotografici e magliette.


Il festival ha avuto un buon risalto ed è stato pubblicizzato anche dai megastore di dischi che hanno esposto alcuni CD dei gruppi partecipanti.

Purtroppo sembra che la ‘maledizione USA’ abbia colpito ancora e che il concerto americano previsto per il 22 settembre sia saltato. Il prossimo concerto dei New Goblin dovrebbe pertanto essere il 21 novembre 2012 a Melbourne come già segnalato in questo post.