venerdì 28 ottobre 2011

Prog Exhibition 2011. Recensione del festival.



Ad una settimana dal Prog Exhibition 2011 eccomi qui con la recensione dell’evento. Diciamo subito che le premesse non erano certo incoraggianti, visto lo sciopero del personale ferroviario proclamato proprio per la data della mia partenza (naturalmente con il biglietto del treno già acquistato) ed il nubifragio che ha sconvolto Roma il giorno prima della manifestazione. Gli organizzatori del Prog Exhibition mi avevano poi proposto di presentare ‘Goblin sette note in rosso’ nel corso del Festival, cosa poi sfumata per il mancato placet dei New Goblin, fatto che aveva sorpreso la gentile curatrice (alla quale il libro è piaciuto molto e che ringrazio per l’interesse) ma non il sottoscritto che ormai conosce bene i Goblin (sia New che Rebirth).
Per fortuna poi tutto è andato per il meglio. Il sole mi ha accompagnato a Roma, dove, tra passeggiate e ‘magnate’ sopraffine (grazie Silvana e Carlo), ho trascorso tre belle giornate.
Ma veniamo alla musica.

Prima serata 21 ottobre 2011

Un Teatro Tendastrisce semivuoto e con una temperatura ed un tasso di umidità ‘padani’ mi accoglie. Per Iaia De Capitani che fa da appassionata presentatrice e per gli altri organizzatori (compreso il direttore artistico Franz Di Cioccio, che si rivolge al pubblico con un “potrei salutarvi tutti personalmente”….) si tratta di un duro colpo, già preannunciato dalla scarsissima prevendita. Probabilmente altre persone avrebbero cancellato l’intera manifestazione ma al Prog Exhibition, non si ragiona in questi termini, si respira un’aria diversa che profuma di vera passione per la musica e di amicizia, per cui lo show ha inizio, puntuale, alle 20.

Aprono le danze i bolognesi Stereokimono, un terzetto per l’occasione in formazione quadrangolare, che propone un moderno prog rock a tratti cerebrale, in cui spicca la potenza della batterista Cristina Atzori.

Seguono gli Oak, nati come tribute band dei Jethro Tull ma ormai con un repertorio originale. Lo stile di riferimento però è rimasto quello ed è ben espresso dal cantante e polistrumentista Jerry Cutillo. Purtroppo la performance di Maartin Allcock, l’ospite ‘straniero’, è funestata da una serie di problemi alla pedaliera della chitarra elettrica. Un esibizione comunque non memorabile.

Jenny Sorrenti ed i Saint Just Again presentano materiale dal nuovo album, ‘Prog explosion’. La cantante, al’inizio visibilmente emozionata e tesa anche a livello vocale, si scioglie via via. La formazione dei Sant Just Again comprende nomi ben noti agli amanti della scena musicale italiana come il batterista Marcello Vento (che sembra uscito da un romanzo di Dumas o dalla fantasia di un autore cyberpunk) ed il tastierista Ernesto Vitolo. Sul finire dell’esibizione sale sul palco anche Alan Sorrenti (lontano dalla forma vocale degli anni ‘70 ma anche, per fortuna, dallo stato simil catatonico di alcune performance televisive) che si produce con la sorella in alcuni vocalizzi e poi in una versione di “Vorrei incontrarti” non esente da pecche. Ottimo invece l’apporto di un mimo che ben supporta visivamente la band.
   

Gli UT, formatisi da appena 15 giorni, deliziano il pubblico con splendide versioni di “Studio/XXII strada”, “I cavalieri del lago dell’Ontario”, “Nato adesso” e “Adagio” dal “Concerto Grosso”. La formazione che allinea oltre a Maurizio Salvi (grande all’hammond), Gianni Belleno (batteria), il bassista Massimo Gori (ex Latte e Miele), il chitarrista Claudio Cinquegrana ed il tastierista Andrea Perrozzi, si esibisce per appena una ventina di minuti ma è un esperimento che merita di proseguire.


Mentre si spengono le luci e vengono diffusi alcuni vocalizzi di YSsiana memoria, si avvicina al palco da una scaletta laterale il funambolico Gianni Leone, in tenuta eccentrica con copricapo sfolgorante. Parte così lo show de Il Balletto di Bronzo, in formazione triangolare con Ivano Salvatori al basso ed Alfondo Ramundo alla batteria. Accompagna il Balletto in due pezzi (“Introduzione” e “Plan it Earth”) Richard Sinclair che sfoggia con perizia una doppio manico (basso + chitarra) mentre la scaletta dello show include anche “Primo incontro” (sempre molto bella) e “Terzo incontro”, dal classicissimo ‘YS’. Terminato il concerto, Leone, intervistato da Iaia, dimostra, incredibile a dirsi, di essere ancora più veloce nel parlare che nel suonare la tastiera!! Un personaggio unico.


Il tempo di portare sul palco l’imponente batteria del mancino Furio (nomen omen) Chirico ed inizia l’esibizione degli Arti & Mestieri. Il gruppo per l’occasione è accompagnato anche dal chitarrista originario, Gigi Venegoni, che sorridente e chiaramente strafelice di essere con i vecchi compagni, propone alcuni buoni assoli e salta sul palco alla maniera di Pete Townshend. Il gruppo propone alcuni classici (Gravità, Articolazioni) ma lascia anche molto spazio ai singoli musicisti: ottimo il tastierista storico Beppe Crovella e a dir poco devastante il drumming di Chirico che sfoggia muscoli da culturista. In sostituzione dell’annunciato (ed ammalato) Darryl Way, il posto di guest star è affidato al sassofonista Mel Collins che accompagna la band italiana in “Strips” ed “Il figlio del barbiere”.

La prima giornata si conclude così, ben oltre mezzanotte, tra gli applausi di circa trecento spettatori.

Seconda serata 22 ottobre 2011
 
Dopo essere incappato qualche ora prima in Steve Hackett che gironzola fuori dall’albergo, mi reco al Teatro Tendastrisce per la seconda serata del Prog Exhibition. La venue si rivela più animata e ‘calda’ della serata precedente e nell’atrio saluto alcuni fan storici dei Goblin, felici (spero) acquirenti della prima edizione limitata del libro. Scambio anche poche parole con Simonetti, non so se infastidito per il fatto che sono comunque presente alla manifestazione od imbarazzato perché è circondato da salmodianti ai quali devo essere particolarmente inviso. Non me ne curo e mi fiondo nella sala, mancano infatti pochi minuti alle 20…

Tocca a Il Bacio della Medusa aprire degnamente la serata. La band, molto stimata, propone un prog rock con accenti hard, appena ingentiliti da Eva Morelli ai fiati ma l’elemento di spicco è il cantante Simone Cecchini che possiede una buona presenza scenica. Confesso di non aver mai ascoltato nulla del gruppo prima del Prog Exhibition e la breve performance non mi ha permesso di farmi un’idea precisa: non mi sono piaciuti eccessivamente ma nemmeno dispiaciuti, forse un po’ troppo pretenziosi.


Si cambia totalmente atmosfera con il cantante e chitarrista (italiano) Vic Vergeat ed i suoi Toad che imbastisce uno show rock blues, divertente ma certamente non prog. La band trova un valido supporto in Mel Collins, più a proprio agio rispetto alla sera precedente, visto il contesto musicale molto più aperto ed il set dei Toad scorre via veloce.


E’ quindi la volta dei Garybaldi, band storica genovese con in formazione Maurizio Cassinelli e Angelo Traverso ma priva però del chitarrista ‘simbolo’ Bambi Fossati, ammalato da tempo. Il gruppo propone per la prima volta dal vivo la suite “Moretto da Brescia” dall’album ‘Nuda’ e quindi chiama sul palcoscenico Marco Zoccheddu che si lancia con entusiasmo in “La mia scelta” dei Nuova Idea, gruppo in cui all’epoca militava. Nel complesso quella dei Garybaldi è un’esibizione piacevole ma decisamente nostalgica.


La nostalgia non è invece la chiave di lettura dei Biglietto per l’Inferno.folk, nuova incarnazione della mitica band che nel 1974 aveva consegnato alla storia uno dei LP più validi del panorama rock italiano. Della formazione originale sono rimasti il tastierista Giuseppe Cossa (diventato purtroppo cieco) ed il batterista Mauro Gnecchi ma al nuovo album, pubblicato nel 2010 hanno collaborato anche lo storico cantante (autore dei bei testi e flautista) Claudio Canali, ora monaco eremita e Giuseppe Banfi. La scelta di riarrangiare il repertorio del gruppo in un ottica folk, integrando gli strumenti elettrici con quelli tradizionali (mandolino, piffero, flauto, cornamusa, fisarmonica) mi aveva messo in allarme perché, lo confesso, sono nato e fondamentalmente  rimango, ‘rockettaro’. Lo show dei Biglietto per l’Inferno.folk mi ha fatto svanire però qualsiasi perplessità, anche perché dal vivo, come sempre, i suoni acquistano potenza. La nuova formazione ad otto elementi non ha mostrato sbavature ed ho apprezzato in modo articolare il chitarrista Franco Giaffreda, un vero talento e la cantante Mariolina Sala, capace di interpretare anche teatralmente brani come “Il tempo della semina”, “Il nevare” e la coinvolgente “Confessione”. L’arrivo sul palco del grande Martin Barre ha ulteriormente alzato il livello di elettricità, il musicista si è inserito da par suo nell’organico del Biglietto e poi ha pizzicato il magico riff di “Aqualung”, cantata da un emozionato Giaffreda.


A questo punto tocca ai New Goblin… I tecnici del palco (rapidissimi e bravi a gestire tutti gli inconvenienti che con diabolica puntualità si manifestano dopo ogni cambio di set) accentrano i ‘muri’ di tastiere di Simonetti e Guarini che riposano, da inizio serata, ai lati del palco ed ecco subito l’imprevisto: a Simonetti non funzionano una serie di campionamenti, tra cui quello del mellotron. La cosa va per le lunghe ed ai fan più tremebondi si affacciano gli spettri di Bottrop mentre Iaia cerca di far passare il tempo chiacchierando con l’imperturbabile Guarini. Nel corso delle due serate la presentatrice si è giustamente vantata che al Prog Exhibition i musicisti si esibiscono suonando tutto a mano, senza ‘clic’ e senza ricorrere a basi registrate ma per i New Goblin (ed anche i Rebirth) non è del tutto vero perché la band in qualche brano ricorre anche a basi ed effetti.
I New Goblin iniziano con “Magic thriller”, seguita da Mad puppet. La band sembra sentire il peso dell’essere headliner della serata conclusiva del Festival e di fronte ad un pubblico non completamente ‘di parte’. I musicisti rimangono concentrati, poche parole e praticamente nessuna divagazione anche per Simonetti, di solito più loquace e scherzoso che invece, dal punto di vista musicale, propone diverse azzeccate variazioni e spunti sui temi. Il tempo a disposizione della band non è molto, ulteriormente ridotto dagli inconvenienti tecnici iniziali e dall’annunciata jam session finale e quindi vengono eliminati dalla scaletta due brani (“Phenomena” e “Zaratozom”) ed anche “L’alba dei morti viventi” è ridotta di due terzi e fusa con “Zombi” mentre “Suspiria” viene in pratica suonata nella versione, più breve, del 45 giri. Completano il set list “Dr. Frankenstein” (l’esecuzione migliore dello show), “Roller”, “Goblin”, “Nonhosonno”, “Death farm” (con qualche inceppamento), “…e suono rock”. 
Simonetti introduce poi “un pezzo che non ha bisogno di presentazioni” e parte l’arpeggio di “Profondo rosso”. Nel finale entra dalla quinta di sinistra Steve Hackett, accolto da un boato, che impreziosisce il brano con alcuni assoli, tecnicamente non impegnativi ma che si inseriscono perfettamente nella composizione dei Goblin. Simonetti e Morante, in preda all’emozione, presentano il chitarrista inglese che si produce in un assolo ad effetto che funge da intro a “Watcher of the sky”. Penso che Simonetti in quel preciso istante abbia compiuto un salto all’indietro nel tempo di quarant’anni, ritornando quel ragazzo ventenne che in cantina provava con gli amici i brani dei Genesis, magari sognando di essere lui il tastierista della band inglese. Il ‘mellotron’ per fortuna funziona e tocca alla sezione ritmica dare l’incedere maestoso del brano che ha fornito l’ispirazione per l’inizio di “Zombi”. La scelta di includere Tani e Previtali nella formazione dei New Goblin, com’è noto, è stata molto criticata, così come certi atteggiamenti perennemente incazzosi tipicamente metal ma devo dire che l’impegno profuso dai due musicisti è comunque ineccepibile. Durante “Watcher of the skies” Morante praticamente smette di suonare ed osserva Hackett, quasi stupito della situazione. Si conclude così, tra le ovazioni, lo show dei New Goblin con Simonetti e Morante che fanno a gara per farsi fotografare assieme al musicista inglese.


Il Prog Exhibition però non finisce così, infatti inizia una super session che vede sul palcoscenico Maartin Allcock (alle tastiere, non funzionanti, una maledizione per il simpatico musicista!), David Sinclair, Mel Collins, Martin Barre, Steve Hackett e Franz Di Cioccio alla batteria. I musicisti danno vita ad una sgangherata ma divertente versione di “Locomotive breath” ed ad un blues alla “Crossroads” che è un pretesto per i vari assoli, il tutto per la gioia dei circa quattrocento spettatori presenti.

Mentre il pubblico inizia a defluire mi imbatto in Luciano Regoli, Marcello Vento, Jenny Sorrenti e nei componenti de Il Biglietto per l’Inferno che, disponibilissimi, autografano le ultime copie del loro LP ‘Tra l’assurdo e la ragione’. E’ l’una passata e me ne torno in albergo soddisfatto.

La mattina seguente ho come vicino di colazione il mitico Martin Barre, persona modestissima, come solo i grandissimi sanno essere. Ma non è finita. Mentre scendo con l’ascensore per fare il ceck out, si aprono le porte e mi ritrovo Maurizio Guarini. Naturalmente è d’obbligo una breve chiacchierata e Maurizio mi rivela che ‘Goblin sette note in rosso’ se lo è letto e gli è piaciuto: “è scritto bene, in modo obiettivo. Improponibile qualsiasi paragone con altri scritti”. Fa anche un paio di ulteriori considerazioni che tengo per me ma che mi fanno molto piacere.
Saluto Guarini, sempre pacato ed equilibrato ed intraprendo il viaggio di ritorno verso casa, ancora accompagnato dal sole. Il Prog Exhibition 2011 è davvero finito….

lunedì 24 ottobre 2011

News: 'Italian Progressive Rock Festival’ e 'Dracula 3D'.

Reduce dal Prog Exhibition 2011, di cui parlerò diffusamente nel prossimo post, riporto due aggiornamenti.
Sono andati esauriti i biglietti per il concerto da headliner dei (New) Goblin nel Club Città a Kawasaki, nonostante il prezzo non proprio economico: 140 euro! Al momento la data del 5 novembre è l’unica ad essere sold out nel ‘Italian Progressive Rock Festival’, a conferma di quanto avevo evidenziato (e consigliato) nel mio libro. Da notare che per i concerti degli Osanna e della PFM un’orchestra accompagnerà i gruppi. Gli Osanna riproporranno l’ottima colonna sonora del cult di Fernando Di Leo ‘Milano calibro 9’, oltre ad un ‘best of.’ La PFM terrà invece due show con scalette completamente diverse: “Stati di improvvisazione e anthology” e “Da Mozart a Celebration”.
Gli organizzatori hanno già preparato varie magliette promozionali (una per ogni gruppo, oltre a quella del Festival) e non è escluso che gli show trovino un riscontro anche discografico per il mercato giapponese.



Con riguardo invece a 'Dracula 3D' di Dario Argento, attualmente in post produzione, la partitura di Simonetti (nella foto alle prese con il ‘fantasmatico’ theremin) sarà orchestrale, come già annunciato ed i Daemonia realizzeranno il brano per i titoli di coda, come per 'La terza madre'. Speriamo bene.

giovedì 13 ottobre 2011

(PROG) NEWS


Novità ad una settimana dal Prog Exhibition 2011. I (New) Goblin eseguiranno con Steve Hackett un brano dei Goblin ed uno dei Genesis. I titoli sono ancora (e rimarranno) top secret ma si possono fare delle congetture. Vista l’attuale scaletta della band romana mi sembra che i brani maggiormente indiziati per un 'apporto' di Hackett siano Goblin e Aquaman. Per quanto riguarda il repertorio dei Genesis, tra i pezzi che Hackett esegue ancora dal vivo, penserei a Los endos. Sempre tra gli strumentali mi viene in mente anche After the ordeal e varie cose da ‘Wind and wuthering’. Certo Firth of the fifth sarebbe splendida ma assai più complessa.
Nella scaletta del 21 ottobre c’è poi una new entry: gli UT di Maurizio Salvi e Gianni Belleno. Una bella novità perché Salvi (chiamato ‘il piccolo Bach’ nei primi anni ’70 e difatti è diventato un apprezzato concertista nonché direttore d’orchestra) è un tastierista sopraffino e gli album ‘UT’ e ‘Canti d’innocenza, canti d’esperienza’, entrambi con Salvi e Belleno (nonché Nico Di Palo) sono i lavori che amo di più tra quelli realizzati dalla ‘grande famiglia’ dei New Trolls.


Per chi si fosse perso la diretta dello special su ‘Goblin sette note in rosso’ trasmesso da Radio Sherwood lo scorso 8 ottobre, segnalo che la puntata è disponibile in podcast collegandosi a questa pagina.
La parte dedicata ai Goblin inizia al minuto 56. Buon ascolto!!

domenica 9 ottobre 2011

‘GOBLIN SETTE NOTE IN ROSSO’ a RADIO SHERWOOD II.


Come preannunciato nel precedente post, ieri sono stato ospite di Radio Sherwood per uno special di un’ora dedicato a ‘Goblin sette note in rosso’. E’ stata un’esperienza piacevolissima e desidero ringraziare Stefano e Marco, i conduttori della trasmissione ‘A dispetto della discrezione’, che hanno dimostrato un sincero interesse per i libro ed una grande passione per il cinema e la musica degli anni ’70. Mi ha accompagnato in studio anche Diego, amico gobliniano da sempre, che ha partecipato attivamente alla discussione. Per l’occasione avevo preparato una scaletta studiata per far risaltare l’abilità dei Goblin in generi musicali diversi e che presentava anche alcuni inediti (le versioni dei titoli di testa di ‘Profondo rosso’ e ‘Suspiria’, stereo e prive di dialoghi/rumori, un outtake da 'Chi?', un medley veramente elettrizzante da ‘La via della droga’) ma che (tempo tiranno!) è stata programmata solo in parte. Si sa che quando ci si diverte il tempo vola… Grazie ancora Marco e Stefano!
   

lunedì 3 ottobre 2011

‘GOBLIN SETTE NOTE IN ROSSO’ a RADIO SHERWOOD


Sabato 8 ottobre, dalle ore 18 alle 19, sarò ospite della trasmissione ‘A dispetto della discrezione’ di Radio Sherwood, storica emittente radiofonica padovana (attiva sin dal 1976, l’anno di pubblicazione di Cherry Five, Perché si uccidono, Chi? e Roller!) che da qualche mese opera esclusivamente sul web. L’ora sarà interamente dedicata alla presentazione del libro ‘Goblin sette note in rosso’ e naturalmente sarà intervallata dall’ascolto di brani dei Goblin. Curerò personalmente la scaletta per cui aspettatevi brani inusuali, chicche e magari qualche inedito…
Potete ascoltare radio Sherwood in streaming collegandovi al sito:
Se poi avete quesiti gobliniani che vi tormentano da anni potrete telefonare in diretta allo (39) 049.9817423.