lunedì 10 febbraio 2014

'Amo non amo" pubblicato in vinile in una fantastica doppia edizione.



E’ uscita da una settimana una nuova versione in vinile di ‘Amo non amo’, la colonna sonora composta ed eseguita dai Goblin per la pellicola di Armenia Balducci. La pubblicazione è stata realizzata dalla AMS, l’etichetta milanese specializzata in riedizioni di dischi di progressivo italiano ma anche di colonne sonore. Il progetto mi ha visto coinvolto sin dall’inizio e quindi in questo post vi accompagnerò passo per passo nel ‘making of’ di questo album, facendo ricorso anche ad immagini e bozzetti assolutamente inediti.



Nel febbraio del 2013 Matthias Scheller, il boss della AMS / BTF, dopo avermi contattato per il materiale iconografico di 'Buio omega', mi chiese se avevo delle idee per nuove pubblicazioni gobliniane. Inviai cinque progetti discografici, tra questi c’era ‘Amo non amo’ ed ecco il testo della mia mail:

Progetto gobliniano 3: ‘Amo non amo’.
Colonna sonora di media rarità pubblicata nel 1979 con i Goblin in formazione Simonetti, Pignatelli, Ago Marangolo, Pennisi più Antonio Marangolo al sax. All’epoca la Cinevox pubblicò un album in cui solo il lato 1 conteneva brani dal film mentre il lato 2 era un greatest hits. Si potrebbe pubblicare un LP mantenendo il lato 1 e mettendo sul 2 i pezzi inediti pubblicati solo su CD dalla Cinevox nel 2002 (e mai più ristampato). Come durata ci siamo (totale 36 minuti) ed i pezzi sono buoni. Con l’occasione si potrebbe cambiare la copertina, quella frontale ha un’immagine sgranata di Jaqueline Bisset), il retro è fatto con i trasferelli (nemmeno messi in riga e con le spaziature sbagliate) e ci sono pure incredibili errori di scrittura. Problemi: nessuno. Posso fornire: cartellonistica cinematografica, eventuali note di copertina, ecc.

 
ecco il fronte dell'album originale con la foto sgrarnata da un eccessivo ingrandimento

 
ed il famigerato retro con 'Simonetta', 'chittarre' e trasferibili in libertà

Matthias giudicò il progetto come il più ‘semplice’ tra quelli proposti e mi chiese se era possibile presentarlo come un prodotto più appetibile anche per gli amanti dell’horror.
Ecco la mia risposta: “addirittura horror mi pare difficile, è un film drammatico-sentimentale per cui la cartellonistica evidenzia questo aspetto. Per fare un cambiamento così radicale, più che utilizzare il materiale d'epoca bisognerebbe far predisporre qualcosa di nuovo ad un grafico. Ci sono molti artisti, per lo più stranieri, che realizzano nuovi poster per film d'epoca. Alcuni sono veramente molto belli. Il titolo in sé un po' si presta ad una rilettura più pesantemente drammatica con questa duplice affermazione opposta. Per la nuova grafica non sarebbe male l’immagine della Bisset presa dalla locandina, magari spezzata in due verticalmente, estendendo l’effetto anche al titolo ‘Amo / non amo’, il bianco e nero dell’originale è elegante ma volendo si può virare l’immagine o lo sfondo cercando però di non fare una pacchianata. Altrimenti si potrebbe elaborare la foto della Bisset come se fosse un mosaico (con qualche pezzo cadente o mancante) sempre per evidenziare questa incertezza-precarietà dei sentimenti. Nel caso la nuova cover evidenziasse l’opposizione Amo / non Amo sarebbe interessante riportarla anche sul vinile con due colori a contrasto che lo tagliano in due…”.
Ho trasmesso inoltre i file delle immagini che avevo a disposizione. Nel corso degli anni ho archiviato migliaia di file che riguardano non solo i Goblin ma anche moltissime pellicole italiane. Questa è la schermata della cartellina di ‘Amo non amo’ con il materiale a disposizione.




Matthias, letta la mail e viste le immagini, ha deciso di passare l’ideazione della cover a The Giant's Lab, gestito da due giovani artiste.
In attesa di news ho chiesto se era possibile intervenire sui titoli dei brani (nella edizione su CD gli inediti venivano tutti indicati ‘Amo non amo’) inserendo tra parentesi una indicazione più specifica ed ho elaborato la nuova scaletta dei pezzi, i credit completi (integrando quelli pressappochistici dell’edizione originale) e la discografia, comprendente i brani inclusi in antologie.

Infine ho preparato le note di copertina, cioè un articolo che è un excursus sul film e le musiche composte dai Goblin.
Matthias, invece, mi ha fatto pervenire due bozze di copertina. Questa è la prima




Questa la seconda in cui cambia solo lo sfondo

 


La bozza è la rivisitazione di una delle immagini che avevo fornito, un primo piano di Jaqueline Bisset al telefono.




L’artista ha ridisegnato la scena, sostituendo però il telefono con un fiore in stile art nouveau ed inserendo un lettering e motivi geometrici art deco assai originali.
Rimasto impressionato ("si potrebbe farne anche una litografia da vendere assieme al disco") e giusto per verificare che effetto faceva, ho buttato giù un bozzetto di una delle cover che avevo in mente, una cosa realizzata al volo ed in modo assolutamente artigianale, tanto per rendere l’idea. In pratica ho preso l’immagine della locandina italiana è l'ho spezzata in due verticalmente, dividendo anche il titolo Amo / non amo ed usando il lettering originale in verde e bianco-grigio, colore scelto anche per le scritte ed il vinile split, diviso in due colori.




Matthias chiaramente ha deciso di tenere il progetto iniziale che però alla fine ha assunto questa forma che ‘integra’ le mie idee sul lettering.




A questo punto, Eugenio il grafico della Advent Productions che si occupa di molte produzioni BTF, ha predisposto la copertina gatefold, inserendo credit, foto tratte dal materiale cinematografico, articolo e le immagini delle copertine dei dischi, queste ultime fornite da Roberto Attanasio, l’amico super collezionista dei Goblin.
Ecco quindi il risultato finale, in cui spicca il raffinato retro copertina, estrapolato dal poster USA ed opportunamente virato.






Il disco a questo punto sembrava pronto per essere pubblicato entro l’estate del 2013. Se non che Matthias ha pensato di realizzarne una versione super de luxe per collezionisti, con la copertina prodotta a mano dalle due artiste di ‘The giant’s lab’ che avevano già realizzato i bozzetti di partenza. Il disegno è stato leggermente modificato, riprendendo la cornice del primo progetto e spostando il logo dei Goblin. La copertina è stata realizzata in serigrafia su carta speciale, come una stampa d’arte. Qui potete trovare le immagini di tutte le varie fasi di produzione che io mi limito a riassumere

Bozzetto
 
Stesura del primo colore, argento, per le scritte
Stesura del secondo colore, verde per il contorno ed altre scritte
Stesura del terzo colore, rosso, per il fiore
Stesura del quarto colore, giallo, sempre per il fiore
Completamento dell’immagine



Ed ecco la copertine pronte per essere piegate






Questa edizione d’arte, in cui la copertina chiaramente non è gatefold, è stata prodotta in 120 esemplari numerati a mano




e con vinile multicolor splatter.




Inutile dire quanto sia felice di questo prodotto e ringrazio Matthias per aver concretizzato in forma così splendida la mia idea originaria. Questa doppia versione di ‘Amo non amo’ surclassa totalmente l’edizione originale Cinevox, non solo per quanto riguarda la grafica ma anche per i contenuti musicali. Per la prima volta è finalmente possibile ascoltare in vinile l’intero score composto dai Goblin. Non si tratta quindi di una semplice ristampa ma di una prima assoluta, due album che non potranno mancare nella collezione di un vero appassionato e che sono acquistabili sul sito della BTF.

domenica 2 febbraio 2014

New Goblin Tour EP 2013: la recensione.




C’è una regola aurea nel mondo della musica, conosciuta da tutti gli appassionati ma sistematicamente ignorata dagli artisti e dalle case discografiche. La regola, semplicissima, è questa: ‘mai reincidere in studio i propri brani’, non saranno mai migliori delle versioni originali. Non importa se le nuove registrazioni vengono effettuate con “le più moderne tecnologie” o con “strumentazioni che all’epoca non ci potevamo nemmeno sognare” o “con arrangiamenti che li rendono più attuali”, il risultato è sempre quello: la nuova versione non regge il confronto con l’originale. I motivi sono svariati. Alcuni sono soggettivi, come l’orecchio di chi ascolta che, abituato a sentire il pezzo in un certo modo, percepisce come stonature le modifiche apportate. Atri sono oggettivi e possono essere riassunti nel termine ‘freddezza’. E’ difficilissimo, utilizzando l’attuale tecnologia digitale, ottenere esecuzioni che possano competere con il suono analogico di un tempo e, d’altro canto, non è pensabile che musicisti invecchiati riescano a rendere l’enfasi, la voglia di suonare, la grinta, le centinaia di ore passate in cantina a provare il pezzo, insomma la 'fame’ di successo e l’entusiasmo che avevano decenni prima.
Ma allora perché prima o poi ci cascano praticamente tutti? Spesso sono le case discografiche che propongono questi progetti, specialmente se hanno appena messo sotto contratto un artista già affermato, poiché facendogli realizzare delle cover dei suoi successi, riescono a fare entrare nel catalogo quei brani, senza dover ottenere le licenze sulle esecuzioni originali. Altre volte sono gli artisti stessi, che, a corto di idee e di ispirazione, pensano di buttarsi sul sicuro rispolverando il repertorio, allettati dalla chimera del ‘massimo risultato con il minimo sforzo’.


Come ben sapete la Death Waltz ha pubblicato lo scorso ottobre un mini album dei New Goblin intitolato Tour EP 2013 che contiene quattro nuove registrazioni di Profondo rosso, Roller, Suspiria e Tenebre e per quanto Spencer Hickman, il proprietario della label inglese abbia salutato entusiasticamente queste nuove esecuzioni, diciamo subito che la regola aurea di cui sopra non viene smentita nemmeno in questa occasione.


Il New Goblin Tour 2013 EP ha una bella copertina realizzata dal cartellonista Graham Humphreys che ritrae due celebri pose di Clara Calamai e Stefania Casini in un decor suspiriano e con uno spartito come sfondo. L’EP, inciso a 45 giri per una migliore qualità audio si apre su Profondo rosso senza arpeggi acustici ed in cui la registrazione pone in rilievo il lavoro della nuova sezione ritmica ed in particolare la grancassa di Tani, segue Roller in cui è l’organo ad essere in primo piano e non il basso, caratteristica saliente della versione originale del brano mentre il finale riserva qualche leggerissima variazione di chitarra elettrica e sinth. Il secondo lato presenta una rilettura di Suspiria senza buzuki ma con un suono di tabla corretto. Simonetti recita un testo reinventato assai meno inquietante e reso grossolano dalla ripetizione di “suspiria”, viene poi aggiunto un sotto finale inedito con sonorità di tastiera già presenti nell’originale ma più marcate ed un finale che rimanda alle precedenti riletture del brano effettuate dai Daemonia e prima dai Simonetti Horror Project. Chiude il lavoro Tenebre con Previtali che non recupera l’effetto stereo e la sonorità del basso ma esegue in modo accurato la complessa partitura ideata da Pignatelli. Rispetto alla versione originale vengono aggiunte un paio di urla ed un breve passaggio con la doppia grancassa.


Inutile dire che vista la subitanea ‘scomparsa’ dei New Goblin, le tracce di questo EP quasi (d’obbligo per le cose dei Goblin….) certamente rimarrano le uniche testimonianze dell’attività in studio della band, dato che dell’album di inediti (e di cover...), annunciato come in avanzata lavorazione nel 2011, si erano perse le tracce già da molto.


Concludo ricordando che New Goblin Tour 2013 EP è stato stampato dalla Death Waltz in tre differenti colorazioni di vinile da 140 gr: quella europea è ‘solid red’, quella americana (inizialmente venduta esclusivamente all’interno delle sale da concerto durante il tour) è ‘clear red’ e quella ‘subscriver’ offerta prioritariamente ai 300 sottoscrittori dell’etichetta (ma sembra tirata in 400 esemplari), è stampata in vinile bicolore, metà rosso e metà rosso trasparente. Per i collezionisti il problema  non è la rarità ma individuarle, perché anche negli USA circolano copie solid e gli album sono sigillati. La differenza di colore tra solid e clear red è poi così tenue che per essere sicuri bisognerebbe mettere a confronto diretto le due varianti.