venerdì 25 dicembre 2015

Goblin Rebirth Live Report: Genova 18 maggio 2015 / Lugagnano di Sona 20 dicembre 2015.



Doppia recensione per i due concerti che i Goblin Rebirth hanno tenuto nel 2015 ed ai quali ho avuto il piacere di assistere.
Iniziamo con l’esibizione del 18 maggio al FIM di Genova, una kermesse di tre giorni con decine di gruppi ed in cui i Rebirth erano headliner in una giornata che aveva in cartellone (per la sezione Prog Fest) anche i debuttanti Cherry Five, seguiti da Bernardo Lanzetti e dagli UT New Trolls. In questa occasione la band, un poco innervosita (soprattutto Marangolo) per il ritardo accumulato dalle precedenti esibizioni e per l’inclusione di alcuni pezzi mai eseguiti in precedenza, aveva dato vita ad uno show a tratti teso, con un sound parecchio duro, causato dall’impianto audio tarato dai tecnici del suono su livelli più consoni ad altri gruppi in programma. In particolare il volume della grancassa era talmente forte da risultare più simile ad una cannonata, costringendo il sottoscritto ad arretrare in una posizione più laterale per non rischiare danni irreparabili all’udito, al contrario degli amici Roberto Attanasio e Denis Podnos (giunto appositamente dalla Russia) rimasti imperterriti in prima fila. La scaletta del concerto aveva inanellato: “Killer on the train”, “Buio omega”, “Dr. Frankenstein”, “La chiesa”, “L’alba dei morti viventi”, “Connexion”, una sezione con quattro composizioni dal nuovo album in anteprima assoluta perché all’epoca non ancora pubblicato (“Forest”, “Book of skulls”, “Mysterium”, “Evil in the machine”) e quindi “Zombi”; “Suspiria”, “Profondo rosso” e  come bis “Goblin”. 


E veniamo al concerto in quel di Lugagnano di Sona, appena fuori Verona. Il club 'Il Giardino' è una piccola oasi di buona musica in un deprimente deserto di proposte. Basta dare un’occhiata agli eventi che si tengono in questo minuscolo locale (in pratica un garage doppio) per rendersi conto che di qui transitano artisti di grande livello. Il concerto dei Goblin Rebirth del 20 dicembre è stata una vera e propria festa, un’occasione fantastica per ritrovarsi tra amici gobliniani (Max Velvet, Roberto Attanasio, Giampietro Callegaro, Marco Bertuzzi con l’aggiunta insperata all’ultimo momento di Diego Vergari che ha addirittura fatto da roadie a Marangolo), sia tra il pubblico che sul palco. 


Sottolineo, sul palco, perché i musicisti hanno dimostrato autentico affetto tra di loro e nei confronti del pubblico, dando tutto quello che potevano. Questo nonostante la stanchezza, con Pignatelli e Cherni reduci dal concerto di Venditti in quel di Ancona, tenuto la sera precedente (motivo che aveva costretto band ed organizzatori a spostare la data del concerto dal 19 al 20 dicembre) mentre Marangolo, si era sorbito 9 ore di treno per arrivare in quel di Padova alle 15,30 e poi raggiungere in auto Verona, accompagnato da due suoi ex allievi. Avevo prenotato quattro posti in prima fila (per Max Velvet e due mie care amiche, Diana e Tania) non appena si era diffusa la notizia del concerto e l’emozione di assistere allo show a pochi centimetri dai musicisti, in pratica sul palcoscenico (che non è rialzato ma allo stesso livello del pavimento), è stata davvero fortissima: eravamo talmente vicini da poter azionare la pedaliera di Giacomo Anselmi! 


La cosa ha avuto anche una controindicazione poiché il chitarrista mi ha impedito di vedere Marangolo per tutto il concerto (tranne l'assolo) mentre Pignatelli impallava Cherni….


I Rebirth hanno eseguito: “Killer on the train”, “Buio omega”, “Dr. Frankenstein”, “Forest”, “Connexion”, Book of skulls”, “La chiesa”, “Le cascate di Viridiana”, “Back in 74”, “L’alba dei morti viventi”, “Mad puppet / Death Dies”, “Mysterium”, “Zombi”; “Evil in the machine”, “Suspiria”, “Profondo rosso” e  “Goblin”.


Un concerto sensazionale, in cui è difficile segnalare i pezzi migliori ("Buio omega", "Back to 74", "Le cascate di Viridiana", "Goblin") e con ben poche sbavature (il basso quasi inesistente in "Killer on the train", un contrattempo in "Zombi", il vocoder troppo basso in "Evil in the machine"),  al termine del quale i musicisti, nonostante la stanchezza, con incredibile gentilezza hanno soddisfatto le richieste di foto ed autografi di praticamente ogni spettatore presente nel club.



Al ritorno, tra fitti banchi di nebbia, restava l’amarezza di constatare come in Italia gruppi del calibro dei Goblin (Rebirth o meno) abbiano enormi problemi a trovare ingaggi adeguati e siano costretti a rivolgersi all’estero. Purtroppo nemo propheta in patria...


3 commenti:

  1. Ebbene sì. C'ero anch'io e ho avuto il piacerissimo di rivedere il mio compaesano Fabio e di conoscere fans piemontesi, marchigiani, emiliani e... Giapponesi! Chi potrebbe riuscire a far arrivare dall'altra parte del globo una fan scatenata in una cantina in provincia di Verona? Solo i Goblin...
    La magia della buona musica. E quella c’è stata, eccome! Pietro Fiscaletti, seduto dietro di me con Roberto, voleva sapere nel dettaglio le emozioni che provavo come neofita al primo show dei folletti visto in vita mia. All’attacco de “L’Alba dei Morti Viventi”, il simpaticissimo Attanasio salta fuori dicendo che era stata scritta come inno ufficiale per il Torino.
    Noto anch’io dalle prime note di basso che qualcosa non torna. “Killer” è penalizzata nella parte centrale dall’assenza di “corpo” che nell’incisione di studio ci fa raggiungere la fase di plateau. Ho pensato all’ambiente, ho pensato al mixer, poi mi è venuto un senso di colpa terribile: prima del concerto avevo chiesto al buon Capuzzo di farmi una foto con Pignatelli. Nell’eccitazione dell’attimo ho pestato la sua pedaliera sul palco…. Vuoi vedere, mi son detto, che sono stato così coglione da avergli starato il distorsore? Poi però, nel finale, durante l’esibizione di “Goblin”, Marangolo ha chiesto al desk di togliere i ritorni dalle pelli così mi sono tranquillizzato. Credo che il suono un po’ Daemonia di Pignatelli fosse solo colpa dell’ambiente e dell’ampli.
    Il mio primo concerto dei Goblin (nella mia personalissima formazione preferita) è stato esaltante. Non avrei voluto che finisse mai. Il rispetto e la professionalità che hanno avuto questi musicisti per il pubblico è cosa d’altri tempi. Precisi, umili, infaticabili e innamorati. Se anche non si apprezzasse il genere, ma si avesse un minimo rudimento di educazione musicale, si dovrebbe avere la dignità di ridare l’onore delle prime pagine e della notorietà a nomi come questi che non rappresentano solo un glorioso passato, ma compongono e suonano anche oggi come difficilmente vi capiterà di sentire in giro.
    Aggiungo una chicca avvenuta durante la cena consumata all’interno dello stesso locale: la scoperta della “pearà”, salsetta veronese da versare copiosamente sulle carni bollite come condimento. io la conosco dai tempi di Italia ’90, quando venivo a lavorare da queste parti, ma il mio amico Massimo e gli altri della Terra di Goblin han fatto bis, tris, e nel caso di Massimo anche poker! Visto che era anche lo stesso menù dei Rebirth che han mangiato nell’altra saletta, mi spiego perché Anselmi ha masticato la gomma per due ore….

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    1. Carissimo Zaratozom, grazie di essere passato!
      Niente male come battesimo gobliniano, no?
      Non penso che il basso poco sparato di Pigna sia dovuto all’acustica del club che in verità mi è sembrata più che buona in questo ed in altri concerti, e men che meno alla tua ‘devastante’ presenza sul palcoscenico quanto alla innata modestia di Fabio che non vuole sopravanzare la band. In ‘Killer on the train’ il basso effettivamente si sentiva pochissimo ma il mitico assolo di quel brano è rimasto ‘soffocato’ anche nei concerti che i Rebirth hanno eseguito al Crossroads ed a Genova. Un grandissimo dispiacere perché quell’assolo è fantastico. Nei brani successivi il basso si è sentito meglio. Tieni conto che Pigna dal vivo usa solo il Rickenbacker 4001 V63 ma nella sua carriera (ed incisioni) è passato attraverso vari strumenti con un suono più morbido e jazzato (Fender Jazz ma più tardi anche bassi a 5 corde), Buio omega e Connexion di certo non le ha incise con un Rickenbacker, per cui dal vivo il suono risulta diverso.

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    2. Ciao Zaratozom, perdonamimi ma negli anni il tuo nick, sui forum, l'hanno usato varie persone (Demetrio e Carlo, ad esempio), per cui non sono riuscito a capire chi sei.... ! :-)

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