Ecco la seconda parte della recensione di Denis:
“Passiamo a un altro aspetto delle esibizioni di
Goblin, cioè quello teatrale.
Sono davvero piacevoli le impressioni sulla vivace
interazione tra i musicisti e la loro immagine personale, espressa sul
palcoscenico.
Massimo, vestito come sempre squisitamente e con
gli occhiali scuri, ha simpaticamente ‘diretto’ i concerti, interagendo con il
pubblico e mostrando più volte il suo plettro prima di iniziare a suonare,
facendo dei gesti rockettari con le dita della mano ma anche quelli più
semplici, indirizzati ai musicisti nei momenti dei loro assoli, guidando più
volte il gruppo dando il “one, two, three, four” e chiamandoci ad applaudire ai
ritmi della musica (per esempio durante Tenebre). Ed ha scatenato la reazione
dei spettatori che per la maggior parte erano molto entusiasmati (ovviamente).
Spesso ringraziava il pubblico, rivelando il nome del brano appena suonato. E
poi Massimo finiva i concerti alzando la chitarra sopra la testa, facendo un
lento movimento come se volesse gettarla verso la batteria. Grazie Massimo!
In particolare sono stato felice di vedere il
rapporto scenografico tra Massimo ed Aidan, gli sguardi di uno verso l’altro e
il modo in cui Massimo seguiva l’esibizione di Aidan. Spicca il spiritoso
movimento delle dita di Massimo verso Aidan all’inizio del brano Goblin con il
suono preregistrato del raschio.
Era in tal senso singolare il rapporto tra Massimo
e Fabio, i vecchi compagni di scuola Goblin dai tempi giovanili degli Oliver.
Sono curioso di sapere di che cosa parlavano quando si avvicinavano qualche
volte. Durante i primi concerti avevo la sensazione che Massimo facesse fatica
a coinvolgere Fabio in senso più teatrale ma pian piano mi è sembrato che Fabio
ci ha preso gusto in questo suo ruolo di attore. Il momento più bello è stato
un brevissimo giro di valzer tra Fabio e Massimo che hanno così introdotto
Profondo Rosso al 9:30 club di Washington DC. Fabio e Massimo li vorrei vedere
cosi più spesso. Anche se è stato soltanto un gioco questo, per me
rappresentava il vero simbolo del motto “40 years in the making”, ricordando di
nuovo che sono proprio loro due che hanno fatto tanto insieme fin dal 1973 ed
anche senza Claudio.
Per quello che riguarda Fabio stesso, credo che il
suo carisma si possa soltanto sognare. Seguirlo suonare ed atteggiarsi sul
palco è un puro piacere. Le espressioni facciali, gli sguardi verso gli altri
musicisti del gruppo o il pubblico e i sorrisi sono tanti e molto diversi. Faceva
bene il comico durante gli effetti sonori di Profondo Rosso, mostrandosi prima
spaventato dall’urlo della madre omicida, poi ferito al colpo di mannaia e
infine ballando un po’ come un bambino innocente mentre suonava la ninna nanna.
Ma questo non lo faceva ad ogni concerto. Fabio sa anche osservare il pubblico
benissimo e ci ha riconosciuto più volte durante i concerti, salutandoci dal
palcoscenico. Grazie per essere così attento Fabio!
Poi la sinergia tra Fabio ed Agostino è un mondo
intero in sé. Fabio si è spesso rivolto ad Agostino con dei bei sorrisi o
sguardi di apprezzamento mentre il gruppo era in piena azione. La reazione di
Agostino purtroppo mi è quasi sempre sfuggita perché coperto dalla batteria e
me la posso soltanto immaginare visto il loro rapporto umano. Durante il
concerto a New Haven c’è stato un momento in cui i due mi hanno incantato con
il loro distacco dagli altri, continuando però a suonare in sintonia con il
gruppo. Semplicemente indescrivibili questi momenti e forse sto gia sognando
piu che ricostruendo la vicenda con cura! Scusate!
Un peccato davvero che non potevamo vedere bene
Agostino dietro la sua batteria. Il palcoscenico alla chiesa di New Haven era
l’unico posto dove la visibilità era buona ed ho osservato con piacere la
passione con quale suonava, il suo sguardo particolare e la sua mimica
facciale. Una sera era vestito con una sua maglietta personalizzata con la
scritta “Drums” e quando si è alzato durante l’introduzione dei musicisti ci ha
mostrato, voltandosi, anche il retro dove c’era scritto “Ago”. Grande Ago!
Di Aidan e Maurizio, dato che sono sempre piazzati
a distanza uno dall’altro, alla sinistra di Massimo e alla destra di Fabio
rispettivamente (dal punto di vista del pubblico), potevamo goderci soltanto gl
sguardi concentrati di uno verso l’altro (Maurizio mi sembrava spesso più serio
di Aidan), specie quando erano occupati con la sincronizzazione delle loro
parti (durante Roller per esempio). Aidan me lo ricordo per quella espressione
sul viso che aveva mentre stava suonando con tanta passione l’emozionante
assolo al Minimoog dal brano Goblin. Mi ha fatto molto piacere vederlo con
tanto entusiasmo! Laddove Maurizio mi divertiva coi suoi sguardi spesso seri e
molto pensierosi e il suo movimento quando saltava al ritmo di musica. Però sa
anche sorridere benissimo e lo fa con tanta simpatia!
L’ultima cosa che potrei dire di aspetto teatrale
riguarda la presentazione audiovisiva dei concerti ai quali ho assistito.
Stranamente spesso lo schermo si presentava quasi bianco e privo di immagine.
Pensando al mini tour dell’anno 2009 con tanti video sullo schermo, per esempio
l’esecuzione di Roller era accompagnata da immagini tratte dal film Wampyr
(versione italiana di Martin di George Romero), invece assenti il dicembre di
2013. Questa volta anche qualche immagine, come quelle da Profondo Rosso, mi
sembravano diverse ma complessivamente ce ne erano meno rispetto al 2009.
Grazie lo stesso ai Goblin. Non c’è nessun problema per me. È soltanto un
appunto per la cronaca.”.
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