martedì 26 aprile 2016

Gobliniana 5: Solamente nero.





Era l’inverno del 1978 quando il regista (e mio concittadino) Antonio Bido iniziò le riprese del suo nuovo film, provvisoriamente intitolato ‘…E dietro l’angolo il terrore’. Bido, reduce dal successo de ‘Il gatto agli occhi di giada’ era stato sollecitato dalla PAC a girare un altro giallo che il regista decise di ambientare ancora in Veneto, non più a Padova, ma a Burano e Venezia.

Concluse le riprese, Bido pensò di rivolgersi direttamente ai Goblin e non a degli emuli, come era accaduto nel caso del ‘Gatto dagli occhi di giada’, affidato alle cure musicali degli ottimi Trans Europa Express c.l.




Gli avvenimenti successivi sono stati raccontati dal regista in diverse occasioni. Ecco la ricostruzione dei fatti così come narrata da Bido nello special contenuto nel DVD USA della pellicola:

La colonna sonora ha avuto una storia un po’ particolare. Io volevo i Goblin, chiaramente perché comunque in quel momento erano i più famosi compositori per il cinema thriller e giallo italiano. Li incontrai, gli feci vedere il film che a loro piacque molto e quindi erano contentissimi di fare questo film. Quindi siamo rimasti intesi che di li a poco ci saremo rivisti per incidere. Un giorno incontro Simonetti e mi dice ‘Antonio ma che è successo? Non ci fanno più fare il film’. ‘Come non vi fanno più fare il film’ io dico, ‘no’, dice lui, ‘la P.A.C. non vuole più’. Allora mi sono informato ed è venuto fuori che la Cinevox aveva chiesto alla P.A.C. una barca di soldi, perché, approfittando che in quel momento i Goblin erano sulla cresta dell’onda con i film di Dario Argento, hanno detto ‘va bene, volete i Goblin? Li pagate’. Invece in Italia, allora e credo anche adesso, i musicisti per i film non si pagano ma loro rientrano con i diritti sugli incassi del film. Quindi per la produzione era impensabile pagare i musicisti e pertanto non se ne fece niente. Dovevo però farmi venire un’idea per non far fare le musiche a Cipriani, per sfruttarne il nome. Probabilmente questa idea l’ho avuta parlandone con Simonetti, adesso non ricordo, fatto sta che ho detto ‘chiamo Cipriani e chiamiamo i Goblin come turnisti’, cioè come quelli che eseguono le musiche e che vengono pagati a turno nelle sale di registrazione. Per cui i Goblin non erano più presenti sotto il nome Goblin, quindi il loro editore non poteva dire niente, perché loro avevano la libertà di andare a fare qualsiasi concerto e suonare come volevano. In pratica Cipriani ha scritto le musiche (e su questo nulla toglie) ma non dimentichiamo che anche in ‘Profondo rosso’ le musiche le scrisse Gaslini e però vennero eseguite dai Goblin. Pure nel mio film, in realtà c’è stata la composizione di Cipriani ma i Goblin hanno fatto gli arrangiamenti a modo loro e così è venuta fuori la musica di ‘Solamente nero’. Devo dire che nei titoli, per forza di cose, risulta solo Cipriani, però in realtà ai Goblin devo dare un merito del 50% almeno”.




La PAC, che dopo aver tentato di intitolare la pellicola ‘Profondo nero’ alla fine optò per ‘Solamente nero’, pensò di ricorrere al Futursound, versione autarchica del Sensurround che aveva fatto la fortuna di ‘Terremoto’ (Earthquake, 1974), un sistema audio che prevedeva l’installazione nel cinema di casse supplementari che, in determinate sequenze, entravano in funzione amplificando enormemente il suono, soprattutto i bassi che diventavano così ‘tellurici’, spaventando e coinvolgendo maggiormente lo spettatore. Gli effetti sonori vennero curati da Luciano Anzelotti ed il film fu proiettato a Milano, in anteprima italiana, il 29 luglio 1978 con risultati economici assai deludenti, logica conseguenza di una programmazione dissennata.



Nonostante quindi qualche recensione abbastanza positiva (“Solamente nero non è privo di scaltrezze da parte di Antonio Bido che tenta in ogni modo di puntellare le debolezze della sceneggiatura… del tutto riprovevoli i frastuoni baracconeschi del Futursound che balzano a tratti dalla colonna sonora con la pretesa di procurare brividi supplementari” si legge sul Corriere della Sera), ‘Solamente nero’ (che all’estero circolò come The bloodstained shadow; Sombra sangrienta; Blutiger schatten; Ombres sanguinaires; Terreur sur la lagune) sparì dalle sale cinematografiche italiane in brevissimo tempo, per approdare, negli anni ’80, nei palinsesti delle televisioni private e poi nel mercato delle videocassette (peraltro in edizioni con tirature limitate e quindi assai costose). 




Chiaramente le cose non andarono certo meglio per la colonna sonora che finì nell’oblio, dalla quale la tolse nel 1995 Peter Blumenstock, proprietario della label tedesca Lucertola Media che editò lo score in un CD stampato in appena 500 copie ed arricchito da un libretto con una nota introduttiva di Craig Ledbetter, un’intervista ad Antonio Bido (in cui il regista afferma che i Goblin avevano anche composto qualche provino non gradito alla PAC) ed alcune riproduzioni delle fotobuste pubblicitarie. Il CD presentava 35 brani (e cioè l’intera colonna sonora originale della pellicola ad eccezione del frammento che commenta l’improvvisa ‘visione’ che ha Stefano in casa di Sandra) per una durata complessiva di 41’26”.




Nel 2011 l’italiana Digitmovies ristampò ‘Solamente nero’ con una veste grafica aggiornata (e nuove note di copertina di Antonio Bido) ed identici contenuti musicali anche se rimasterizzati. Anche questo CD, presumibilmente stampato in 1000 copie, andò esaurito in breve tempo.





Recentissimamente lo score è stato pubblicato per la prima volta in vinile dalla Death Waltz con il titolo 'Bloodstained Shadow', un nuovo artwork e le 35 tracce riassemblate in pezzi più lunghi per un totale di 20 brani, una scelta non proprio felice.



L’album è stato stampato in tre versioni che si distinguono esclusivamente per il colore del vinile: nero (standard), nero, blu e rosso (limitata a 900 copie); nero con strisce blu e rossa (limitata a 100 copie).




Concludo con qualche riflessione ed una nota personale.

A seguito della pubblicazione di questi album, ‘Solamente nero’ è ormai entrato nella discografia dei Goblin. Voglio sottolineare però che in realtà la band, più o meno al completo, ha suonato come turnista in decine di colonne sonore, rimaste completamente ‘anonime’ (per lo meno sino a che il sottoscritto non le ha elencate in ‘Goblin sette note in rosso’ prendendosi dei bei rischi!!), destino che sarebbe toccato pure a ‘Solamente nero’ senza le dichiarazioni di Bido.


Le musiche di ‘Solamente nero’ rispecchiano gli stili, per molti versi antitetici, di Cipriani e dei Goblin, una ambivalenza che però finisce con il rispecchiare bene i temi della pellicola, in cui tutti i personaggi nascondono qualcosa ed in cui ci sono persino due assassini con moventi opposti. La qualità sonora della registrazione è piuttosto povera e monofonica, derivata non dal master di studio ma da quello utilizzato per la pellicola.




Ed ecco la nota personale. Per almeno un anno ‘Solamente nero’ è stato una mia ‘ossessione’ (come il titolo di uno dei brani principali). Infatti mi accorsi della pubblicazione del CD Lucertola Media solamente nel 1997 e benché fossero passati solo due anni dalla sua uscita, mi risultò difficilissimo trovarne una copia. Stiamo parlando di altri tempi, Internet era un mondo ancora piccolo e poco frequentato ed i negozi ‘on line’ un pugno. Provai a chiedere dappertutto ma niente da fare, esaurito! Quando in modo rocambolesco riuscii ad entrare in contatto con un negozio olandese specializzato in VHS che ne aveva più copie, otto per la precisione, in un gesto di pura follia collezionistica decisi così di comprargliele tutte! E le ho ancora!! Nonostante le successive edizioni, la versione Lucertola Media conserva un certo valore collezionistico (attorno ai 100 euro), di poco inferiore è la quotazione del CD Digitmovies mentre è senz'altro destinata a diventare un pezzo da novanta la versione 'dual stripe' della Death Waltz: l’etichetta ha messo in vendita on-line solo 50 copie andate esaurite nel giro di una trentina di secondi. Ma questa volta mi sono bastati…!


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