Lo
so vi state chiedendo: “ma cosa c’entrano i Tangerine Dream nel blog dedicato
ai Goblin?”. Magari un pochino c’entrano pure ed infatti in ‘Goblin sette note
in rosso’ qualche parola (ed una di quelle note ‘corpose’ che tempestano il
libro) gliel'ho dedicata ma la verità è che sabato sera mi sono goduto un bel
concerto del ‘dream team’ e mi è venuta voglia di dedicargli un post.
Antisegnani
del kraut rock ed in prima fila tra i ‘corrieri cosmici’ i Tangerine Dream
sono stati formati da Edgar Froese nel 1967 ed ‘Electronic meditation’ del 1970
segna il loro esordio discografico. Negli anni ’70 hanno sfornato album storici
come 'Alpha Centauri,' 'Phaedra', 'Stratosfear' ma sono rimasti in attività sino ad
oggi, pur tra cambi di formazione (quella che considero ‘classica’ è Froese,
Franke, Baumann), realizzando un’incredibile quantità di dischi (oltre cento). I
Tangerine Dream hanno composto anche moltissime colonne sonore, tra le mie
preferite quelle per Sorcerer (Il salario della paura, 1977), Thief (Strade
violente, 1981), Near dark (Il buio si avvicina, 1988).
Il
concerto al teatro Geox di Padova è stato un lunghissimo trip (dalle 21,15 alle
00,40 con un solo intervallo di venti minuti) nel mondo del combo tedesco,
tanto che mi è impossibile elencare i brani in scaletta, i pezzi erano uniti
uno all’altro, senza soluzione di continuità in un unico magma sonoro dagli
effetti quasi ipnotici.
I
sinth di Edgar Froese (alla chitarra elettrica esclusivamente per una breve
parentesi di pochi minuti) e di Thorsten Quaeschning hanno
tessuto senza sosta le trame elettroniche del concerto, supportati dalle
percussioni digitali ed acustiche della brava Iris Camaa e dando comunque ampio
spazio alla chitarra elettrica di Bernhard Beibl (ottimi assoli, a tratti hard
per non dire metal) ai fiati (sax, flauto ma anche sinth) di Linda Spa ed al
violino elettrificato di Hoshiko Yamane.
Un
bel concerto ed un grazie agli organizzatori per aver incluso Padova nelle
pochissime date europee dell’ Electric Mandarine Tour. I Tangerine Dream, che
penso mancassero dai palcoscenici italici da qualche decennio, sono rimasti
entusiasti dell’accoglienza del pubblico patavino.
Per
tornare ai Goblin, mi sembra appena il caso di evidenziare come Suspiria sia un
album molto più in linea con il kraut rock che con il progressive di scuola
anglosassone, a testimonianza dell’attenzione che i componenti dei Goblin
dedicavano al mondo musicale europeo e nel libro cito gli album di riferimento
per quella colonna sonora. D’altronde lo stesso Argento (a dire il vero forse
più la Nicolodi)
aveva dato dei suggerimenti in tal senso ed Argento avrebbe voluto rivolgersi
anche ai Tangerine Dream per la colonna sonora di Phenomena.
A
proposito di Suspiria, questa foto che ho scattato durante il concerto mi fa venire in mente il capolavoro di Argento, con Iris Camaa al posto
di Stefania Casini…